E’ stato Massimo Nardin a
vincere la prima edizione del
Premio internazionale di
sceneggiatura “Salvatore
Quasimodo”, con un elaborato
tratto da un racconto di Cesare
Pavese. Al secondo posto David
Ladisa e Stefano Ruffinoni con
una scrittura ispirata all’unico
romanzo di Woody Allen; al terzo
posto Silvia Martinoli e
Stefania Tacca con una
sceneggiatura tratta da un
romanzo di Wilkie Collins.
al
quarto posto Marco Bellano con
Baudolino, sceneggiatura
tratta dall'omonino
romanzo di Umberto Eco, al
quinto posto Sonia Giardina, con
"Sono venuta solo per
telefonare", dal racconto di
Gabriel Garcia Marquez.
Nella
sezione dedicata a Salvatore Quasimodo ha vinto il giovane
regista di Roccalumera, Nello
Calabrò, che ha scritto una
storia che si rifà
all’esperienza diretta di
Salvatore Quasimodo nel
catastrofico terremoto di
Messina nel 1908. Una menzione
speciale alle sceneggiature
scritte da Adele Tirante, Andrea
Tagliacozzo e Maria Vittoria
Morokovski.
Questo il verdetto della serata
finale al Centro Congressi di
Nicolosi, in provincia di
Catania. La manifestazione,
presentata da Michele Cocuzza e
Antonello Musumeci, ha regalato
momenti di intensità artistica:
Alessandro Haber ha recitato
brani di Bukoswki, e poesie di
Prevèrt e Neruda; Alberto
Fortis ha interpretato una
struggente versione de “La sedia
di Lillà”, e in seguito ha
accompagnato al piano Alessandro
Quasimodo, che ha recitato
alcune poesie del padre. Ci sono
state anche le esibizioni del
duo “Caminito Tango” , dei
musicisti “Violinisti in
jeans”, e del compositore
Gabriele Denaro. Ed anche una
“dimostrazione” di moda da
parte della stilista siciliana
Arcangela Aiello (suo l’abito
indossato in scena dalla Miss
Italia Tania Zamparo).
Nasce, quindi, sotto buoni
auspici questa prima edizione
del Premio, come hanno
sottolineato il Presidente del
Parco letterario “Quasimodo”
Sergio Mastroeni, e il
Presidente del Distretto
“Taormina Etna” Mario Bolognari,
nella speranza che questo
concorso possa crescere e possa
internazionalizzarsi, nel nome
del grande poeta, traduttore e
Premio Nobel.
E’ quello che si augura anche
il figlio Alessandro, attore e
drammaturgo, il quale, insieme
agli altri componenti della
giuria, (Aldo Forbice, Maurizio
Porro, Massimo Caminiti , Mario
Bolognari e Romano Milani)
ritiene che il Premio possa
acquistare col tempo un
prestigio sempre più importante.
Ad un certo punto della serata
è intervenuto Vittorio Sgarbi
che simpaticamente e
provocatoriamente ha chiesto
all’organizzatrice dell’evento,
Maria Clara Ocera della Freeway
Casting, di avere una copia
della sceneggiatura della
serata. Poi, con aria
propositiva, in qualità di
Assessore al Comune di Milano,
ha prospettato agli
organizzatori del Premio, la
possibilità di creare un
gemellaggio culturale per dare
più visibilità e prestigio a un
concorso per sceneggiature che
si rifà “al respiro europeo
della poesia di Quasimodo”.
Bilancio positivo anche per le
due giornate di convegno, la
prima a Mandanici e la seconda
all’interno della splendida
Ducea di Nelson, a Bronte. Nella
prima giornata spazio alla
cinematografia siciliana, con le
relazioni del critico Franco La Magna, del giornalista Romano
Milani, e del fotografo di scena
e regista Franco Di Blasi. Nella
seconda giornata si è parlato
del ruolo delle film- commission
siciliane, del fondamentale
apporto che possono (o
potrebbero) dare alle produzioni
cinematografiche che si
apprestano a girare film dalle
nostre parti. Su questo si sono
soffermati il Vice Presidente
dell’Etna film -commission Pippo
Cutuli e lo storico del cinema
Sebastiano Gesù, ed anche la
dott.ssa Longo, in
rappresentanza della neonata
film- commission di Taormina.
Non sono mancate- come
prevedibile- le polemiche,
quando qualche intervento dal
pubblico ha puntato l’attenzione
su recenti produzioni come “I
Viceré” di Faenza o “Il Capo dei
capi” di Enzo Monteleone.
Meglio, sicuramente “I Viceré”
come ha sottolineato Pippo
Cutuli, per la splendida
immagine fotografica che rende
di Catania. “Anche questa è
promozione del territorio”. Da
segnalare l’intervento del
regista teatrale Guglielmo
Ferro, artefice di una recente,
interessante messinscena di
“Aspettando Godot” in lingua
siciliana.
A fare da cornice alle giornate
studio una bellissima mostra
fotografica curata da vari
fotografi siciliani (il
compianto Carmelo Condorelli,
Dario Azzaro, Angelo Di Blasi e
Orietta Scardino) su alcuni dei
set più significativi di
Catania.